“Gli attrezzi originari della lotteria erano andati perduti molto tempo addietro, e la bussola nera che ora stava sullo sgabello era entrata in uso ancora prima della nascita del Vecchio Warner, l’uomo più anziano del paese. Mr. Summers parlava spesso ai paesani dell’opportunità di fare una cassetta nuova, ma l’idea di alterare anche quel poco di tradizione rappresentato dalla bussola nera non piaceva a nessuno” (pag. 14)
lettura frazionata per paragrafi
"Come finisce il libro", di Alessandro Gazoia
“La pubblicazione non è insomma un interruttore della luce che prevede solo lo stato di acceso e spento: quando diciamo che un autore “debutta con Mondadori” intendiamo che ha meritato di pubblicare il suo primo romanzo presso quella grande casa, e diamo per scontato che si sia fatto conoscere con altre prove più brevi: in questi anni avrà pubblicato sul suo blog personale, su un sito culturale collettivo, su un giornale locale e poi nazionale, in una racconta di racconti di giovani talenti presso una piccola casa editrice, ecc” (kindle, pos. 723)
“commentando direttamente e in prima persona il testo pubblicato, elimina il ruolo di mediazione del critico” (829)
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Che cos’è un lit-blog? In che modo, attraverso quali mezzi, e soprattutto da chi viene definito tale?Si scherzava, ma non troppo, relativamente alla questione.E’ spesso abbastanza sottile il confine che separa il “lit-blog” specie monoautore e il sito web di “uno che legge e che si trova, così tanto per, a scrivere di quel che legge”. Anche perché se tutti i website che parlassero di lett(erat)ura venissero così d’emblée (auto)definiti “lit-blog”, a qualcuno non verrebbe la necessità di dover trovare un altro, più efficace modo, di fornire attributi di genere a un “mostro sacro” come, per esempio, Nazione Indiana (forse… Senior lit-blog?)? Sicché: cos’è, un lit-blog? Questione complessa e probabilmente al momento irrisolvibile, ma tant’è, qualche domanda occorre sempre porsela.
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Posto che il lit-blog sia stato creato quale terreno fertile di confronto, scambio e condivisione di cultura fra i curatori e gli utenti, in che modo esso si pone nei confronti del materiale preso in esame?Per il (lit)blogger si apre un ventaglio di opzioni difficilmente quantificabile a causa dell’estrema vastità e variabilità dell’offerta: si va dalla posizione ferma, dura e pura di che non accetta alcun testo in copia promozione stampa e parimenti non fa certo del rapporto diretto con lo scrittore o con le CE uno dei temi core del proprio sito web, a “redazioni” all’opposto aperte a variegati esempi di collaborazione con CE ed autori, dall’ “anteprima”, alle “impressioni”, alle interviste con lo scrittore fino all’ospitata di autori e referenti delle CE in incontri on line appositamente creati. Due paradigmi completamente opposti che forse vale la pena di considerare attentamente, con tutto quel che sta loro nel mezzo, perché non si tratta di una situazione esclusivamente autoreferenziale ma coinvolge un soggetto imprescindibile quando si parla, appunto, di terreno fertile di confronto, scambio e condivisione di cultura: il pubblico, fruitore del blog.
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“Come l’autore autoautorizzato insidia la figura dello scrittore ed elimina il ruolo di mediazione dell’editore, così il lettore digitale, commentando direttamente e in prima persona il testo pubblicato, elimina il ruolo di mediazione del critico. (il blog) si propone come una forma di superamento della mediazione critica, o meglio di opposizione alla mediazione tradizionale” (829)E quindi? Probabilmente a tutt’oggi “noi bloggers” (ehm) non possiamo fare altro che tenere sempre bene a mente il concetto di responsabilità individuale nei confronti di terzi (ossia “quelli che ci leggono”) e agire un po’ di conseguenza ognuno secondo le proprie sensibilità, per altro senza cadere mai nell’equivoco, foriero di fraintendimenti, del: il lit-blogger “lavora nell’editoria”.
L’espressione “Lit-Blog” #autoautorizzata presuppone l’esistenza di SeniorLitBlogs? ExecutiveLitBlogs? @jumpinshark #comefinisceillibro
— Appunti di carta (@appuntidicarta) 13 Agosto 2014
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E’ possibile/necessario risalire alla genesi di quel che si legge? #selfpublishing #Kindleworlds #wattpad @jumpinshark #comefinisceillibro
— Appunti di carta (@appuntidicarta) 13 Agosto 2014
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Buona lettura 🙂
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"Tokyo Sisters", di Raphaelle Choel e Julie Rovéro-Carrez
#lettidinotte #tokyosisters #notturnogiapponese #libreriaAzalai #milano
Segnalo con piacere #notturnogiapponese #LibreriaAzalai @ObarraOedizioni #lettidinotte @Lettidinotte #milano http://t.co/jxkbKIX0St
— Appunti di carta (@appuntidicarta) 21 Giugno 2014
"Germania anni dieci", di Gunter Wallraff
"Come fossi solo", di Marco Magini
"La Collina", di Andrea Cedrola e Andrea Delogu
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"1913, l’anno prima della tempesta", di Florian Illies
"Storia delle terre e dei luoghi leggendari", di Umberto Eco
#storiadelleterreedeiluoghileggendari | NPoussin Primavera o paradiso terrestre | p162 @libribompiani pic.twitter.com/fyFOHx1XXL– Appunti di carta (@appuntidicarta) 26 Dicembre 2013
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#storiadelleterreedeiluoghileggendari | Thule, Olaus Magnus, Charta Marina 1539 | @libribompiani pic.twitter.com/SjWASIH31y
— Appunti di carta (@appuntidicarta) 26 Dicembre 2013
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#storiadelleterreedeiluoghileggendari | Louis de Caullery Il colosso di Rodi XVIIsec | p83 @libribompiani pic.twitter.com/GkSbD2ovS7
— Appunti di carta (@appuntidicarta) 26 Dicembre 2013
Buona lettura 🙂
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"La fabbrica dei cattivi", di Diego Agostini
Il protagonista è separato dalla famiglia che avrebbe dovuto raggiungere di lì a poco (la moglie Mara e i due figli, Giulia, cinque anni e Lorenzo, dieci, si trovano addirittura all’estero), immobilizzato a letto, circondato da flebo e monitor: per il momento è completamente ignaro delle sue reali condizioni di salute. Mentre attende con angoscia crescente – e oppresso da un forte senso di claustrofobia – che i medici svolgano le analisi adeguate non può fare altro, date le circostanze e le similitudini (poi si capiranno quali), che tornare con la mente alle vicende drammatiche che hanno interessato proprio la sua famiglia nell’anno appena trascorso.
Già preda della suspance di conoscere il destino di Alex, effettivamente appeso a un filo, ci immergiamo quindi in questa lunga, lunghissima rievocazione di un evento passato che sembra aver lasciato segni indelebili nella psiche (e forse anche nel fisico, ci viene da pensare) del protagonista stesso.
Alex e Mara sono una coppia di estrazione sociale medio-alta. Fanno parte dell’upperclass europea laureata, poliglotta, benestante, esterofila. Quarantenni in buona salute e forma fisica, svolgono una professione creativa e di prestigio che consente un tenore di vita oggettivamente alto. Hanno due bambini, un maschio e una femmina, vivaci, esuberanti ma beneducati e responsabili per quanto l’età lo consente.
Tuttavia, qualcosa va storto. Durante la vacanza oggetto del flashback, capita che la famiglia, un pomeriggio, venga sorpresa in spiaggia da un forte temporale. Si riparano tutti in auto e si recano in fretta in un mall poco distante per acquistare degli indumenti asciutti. Nel tragitto, Giulia si è addormentata legata al seggiolino; quindi il papà, non volendo interrompere il suo riposo, parcheggia il monovolume e rimane con lei. Dopo poco però Mara lo chiama nel negozio: ci sono problemi con la carta di credito. L’auto è all’ombra, la temperatura mite dato il brutto tempo, Giulia dorme tranquilla e sarebbe meglio lasciarla continuare, anche su consiglio del pediatra, perché se la si sveglia con troppa energia è vittima di attacchi isterici – comuni a tanti bambini – che poi si risolvono con molta difficoltà. Alex allora decide, non senza preoccupazione, di lasciare la piccola da sola in macchina qualche minuto, il tempo necessario per entrare al negozio (da cui cerca di non perdere di vista l’auto nemmeno per un secondo) e risolvere l’imprevisto. Tempo sufficiente perché qualcuno, avendo assistito alla scena, chiami immediatamente le forze dell’ordine, che arrivano sul posto in pompa magna: auto della polizia, pompieri, detective preposto all’analisi del caso, finanche una troupe televisiva. I tutori della legge si fanno strada tra la folla sempre più fitta accalcatasi intorno alla vettura. I cristalli della macchina vengono infranti, il portellone divelto, la bambina estratta dall’auto ancora legata al seggiolino e portata (naturalmente in lacrime per lo spavento) di corsa all’ospedale per delle analisi. Alex è rinchiuso a forza nella macchina-prigione dello sceriffo: i genitori di Giulia vengono accusati di abbandono di minore, arrestati e imprigionati. Secondo le imputazioni a loro carico, i bambini rischiano addirittura di essere dati in affido.









