“L’animale notturno”, di Andrea Piva – feat. Daniele Rielli, “Storie dal mondo nuovo”

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“Scrittore e sceneggiatore, Andrea Piva a un certo punto della sua vita ha deciso che ne aveva abbastanza del cinema romano e di quel genere di persone per cui un giorno sei una divinità azteca da sfamare a oro e vergini sacrificali per via della tua visionarietà artistica, e il giorno dopo tutto quello che ti offrono di scrivere sono storie di preti, medici e suore eroiche che salvano cani da pastore.

 – L’ultimo ingaggio che mi proposero era un progetto per la tv che si chiamava Morte di un artista. Lo presi come un segno del destino e decisi di cambiare vita.

Solitamente è qualcosa più facile a dirsi che a farsi, come mi spiega una volta seduti ai tavolini di un bar di piazza del Ferrarese, da dove si vede il ristorante delle sequenze iniziali di Mio cognato, di cui Piva ha scritto la sceneggiatura.

 – Tu non ci crederai ma proprio non sapevo cos’altro fare – e qui Andrea Piva (persona d’ingegno e invidiabile cultura, nonché titolare di un’incongrua laurea in Giurisprudenza) mi ha detto testualmente: Allora ho cercato *come fare soldi* su Google. E una delle cose che ho trovato è stata il poker on line”

E così che Daniele Rielli, l’enfant prodige del reportage italiano, introduce al lettore la figura di Andrea Piva nel long-form “L’Anomalia” dedicato appunto al variegato mondo dei professionisti italiani del poker on line. Che non ha tanto a che fare, sia bene inteso, con individui loschi e fumose sale da gioco avvolte dalla penombra della notte quanto con fogli Excel, programmatori indiani, bot e intelligenze artificiali.

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“Andrea abita con la sua ragazza e due gatti in una casa a schiera poco distante dalla litoranea a sud di Bari. Il condominio ha una grande piscina il cui azzurro chiaro contrasta con la terra arsa tutto attorno. Sull’altro lato, a occidente, il sole scende sopra i regionali che sferragliano verso Lecce. In casa, sul soppalco sopra il salotto, oltre a un tavolo con tutti gli strumenti per produrre infinite varianti di sigarette elettroniche, c’è la postazione di lavoro”.

Se Rielli, con la sua inchiesta apparsa per la prima volta su “Internazionale” nell’estate del 2015 e raccolta poi nel volume “Storie dal mondo nuovo” pubblicato da Adelphi l’inverno scorso, offre uno spaccato non-fiction, quanto mai analitico, sul gioco professionistico on line – e in particolare sulla variante americana del classico poker europeo chiamata Texas Hold ‘em, Piva invece, in “L’animale notturno” regala al lettore la versione dell’insider – l’alter ego Vittorio Ferragamo – che del gioco on line ha fatto la propria ragione di vita, con tutte le inevitabili implicazioni.

“E’ solo quando chiudo il client, spengo il computer e mi accendo un’altra sigaretta, è solo quando nella mia stanza cala il silenzio della notte invernale, coi gabbiani a dirsi sui tetti le loro cose sguaiate, è solo adesso che l’onda d’urto dell’esplosione mi raggiunge davvero, e mi rendo conto sul serio di cosa sono stato capace. Di colpo è come se mi avessero pestato per ore. Il mio corpo pesa il doppio del normale. Mi sembra di avere un busto di ferro a stringermi il petto, sento una specie di fischio continuo nelle orecchie, respiro a fatica, forse sto per avere un attacco di panico, non riesco a muovermi, a pensare, a fare niente. Resto imbambolato alla scrivania davanti al computer spento per un tempo lunghissimo, finché non mi arrivano i primi chiarori dell’alba, momento in cui, se possibile, inizio a stare anche peggio. Ancora oggi quando ci penso mi viene da vomitare, proprio sto male fisicamente, fino nel profondo. E’ una sensazione di morte irreparabile e violenta. In questo momento io sono la persona più stupida del mondo, amico lettore. Sono le cinque di mattina e ho appena capito di avere di nuovo rovinato la mia vita”  (pag328)

Si tratta di due testi che ho voluto leggere in parallelo proprio per la loro capacità intrinseca di essere l’uno il complemento dell’altro perché se da una parte Piva, con uno stile lucido ma naturalmente segnato dalla scelta stilistica del romanzo di formazione, punta più sulla storia di vita personale e meno sul trattato scientifico, dall’altra Rielli attraverso il piglio del giornalista d’inchiesta riesce a svelare quel che Piva per necessità si trova a dover tralasciare: ciò che si nasconde davvero dietro al lucroso mondo delle poker room virtuali e dei grandi portali di giochi on line.

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“Una sedia comoda, due computer, tre schermi e un impianto audio con un subwooder che diffonde musica retrofuture a volume alto, costante e sferico. Produttori dai suoni cupi e ambientali come Perturbator, Lazerhawk e Stellar Dreams accompagnano l’andamento regolare, quasi altrettanto ritmico del gioco sui tavoli virtuali. Andrea può giocare contemporaneamente anche su quattordici tavoli se in cash game, venti se in tornei. I tavoli si illuminano a turno quando è il momento di prendere una decisione (una ogni pochi secondi) e sono tutti sullo schermo centrale. Su quello a destra scorrono le statistiche complessive delle partite in corso, su quello di sinistra girano i video YouTube delle canzoni. Quando tutto è in funzione, il soppalco è come un mondo a parte, e ben presto il giocatore sembra perdersi nel flow di un processo decisionale la cui cadenza è dettata dalla macchina, in un’unione quasi mistica fra tecnologia e uomo, come nei dipinti di Simon Stalenhag che occupano i suoi desktop”

Tra nick-name fantasiosi (da MoneyMaker a LeSbarbine) e improbabili doppie vite – dall’insospettabile padre di famiglia alla whale (ndr: in gergo, il fish con molti soldi che sostanzialmente sceglie di perderli) Guy Laliberté, amministratore delegato del Cirque du Soleil che pare abbia perso in un anno oltre 17 milioni di dollari soltanto per il gusto di sedersi al tavolo virtuale coi migliori giocatori al mondo e “farsi mungere” – Piva e Rielli, percorrendo ognuno la propria strada, ciascuno con il proprio stile – delicato, evocativo e poetico, smaliziato e cronachistico – riescono a dimostrare l’assoluta verità e concretezza di quel tormentone a cui Lady Gaga ci aveva assuefatti anni fa, agli albori della sua carriera:

“I wanna hold ‘em like they do in Texas plays / No he can’t read my poker face”

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Nota a parte per “Storie dal mondo nuovo”, che va letto tutto, da capo a piedi, non solo per “l’Anomalia”. Si va dall’ironico e disincantato “Il retroscena del retroscena del retroscena” (che contiene uno dei pezzi più incredibili a mio parere mai scritti su Bruno Vespa) fino all’inedito “La fine della linea”, una lunga cavalcata sulla linea Q fino a Brighton Beach, “o Little Odessa, il quartiere di South Brooklyn dove le scritte in inglese, quando ci sono, vengono sempre sotto a quelle in cirillico”, passando per la versione integrale del reportage sull’Albania post-comunista pubblicato in forma ridotta sul Venerdì di Repubblica nel Novembre 2015.

 

NB: per gli appassionati, ecco qualche notizia in più sui dipinti “sci-fi” – distopici di Simon Stålenhag su Il Post e Collateral. Su Twitter invece, all’#LAnimaleNotturno potete trovare consuete citazioni e qualche dipinto a tema (dai “Bari” di Caravaggio ai cagnolini pokeristi di C. Coolidge).