“Rosso Marte”, di Giovanni Caprara

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“La sera del 30 Ottobre 1938 accadrà un fatto significativo che fa capire come fosse percepito Marte. Dallo studio radiofonico della Columbia Broadcasting System di New York Orson Welles racconta un’incredibile storia: l’arrivo dei marziani sulla Terra” (pag243)

Resistere al richiamo seduttivo di questo “pianeta della porta accanto” (pag7) è quasi impossibile adesso più che mai, a seguito delle recenti scoperte scientifiche e dell’impegno tecnologico che tante potenze mondiali (ben quattordici agenzie spaziali) stanno mettendo in campo.

Di Marte se ne parla sempre un po’ di più e non passa giorno in cui il web non si arricchisca di qualche aggiornamento, che siano foto e video dai robot rover e dalle sonde Esa e Nasa o le ultime notizie sulla partenza della quinta missione del programma HI-SEAS (sei persone che per otto mesi vivranno recluse sulle pendici di un vulcano delle Hawaii, simulando una spedizione marziana). Marte oggi colpisce il nostro immaginario in maniera se possibile ancora più forte che nel passato perché al vagheggiamento mitico dei secoli scorsi – una strada dritta, lunga più di centomila anni e ben radicata nella nostra memoria subcorticale di Homo Sapiens migrante dall’Africa – ora si affianca l’ipotesi sempre più concreta di un Journey to Mars effettivamente possibile e forse imminente (si parla addirittura del 2030).

Se il fascino per il pianeta rosso ha contagiato anche voi e se volete capirne un po’ di più specie dal punto di vista della scienza e dell’esplorazione spaziale, quel che dovete fare è affidarvi alla penna di Giovanni Caprara che di divulgazione scientifica ne sa, come dire, più di qualcosa. Dalle prime osservazioni ai canali di Schiaparelli, dalle sonde ai robot fino alla formazione dell’International Space Exploration Coordination Group; dalla ricerca dei segni di vita fino alle simulazioni più ardite (senza mai dimenticare il ruolo che gli scienziati italiani hanno avuto nel passato e che hanno tutt’ora) l’editorialista accompagna il lettore in un viaggio emozionante ed emotivamente coinvolgente alla scoperta “di un sogno che potrà diventare realtà scientifica” (pag8).

Qui, sul website di Utet, potete trovare la rassegna stampa su #RossoMarte. Io ho apprezzato in particolare l’articolo di Francesco Longo pubblicato su Rivista Studio: un’affascinante storia crossmediale che porta in superficie tutte le motivazioni di quella “seduzione culturale” che tanta parte ha sempre avuto nella creazione del sogno marziano.

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Di “Bring Him Home – the Martian” se n’era parlato su ADC, con l’analisi dell’opera da cui poi è stato tratto il film: “L’uomo di Marte” di Andy Weir – in un post che a quanto pare vi era piaciuto molto. Lo trovate qui