"Un amore senza fine", di Scott Spencer

endlesslove

“Quando i campi poi sono bruciati e i cadaveri giacciono a mucchi sotto il sole, quel re si stringerà una mano al petto esclamando: L’ho fatto per amore” (pag36)

Chicago, 1967. David Axerlod, diciassettenne figlio di ebrei comunisti, e Jade Butterfield, sedicenne di buona famiglia, si innamorano perdutamente. Questa passione inattesa e sconvolgente è raccontata in prima persona da un David ormai adulto, che a metà degli anni ’70 ne ripercorre la storia, segnata da un passaggio drammatico: l’incendio che ha distrutto la casa dei Butterfield e quasi ucciso i cinque occupanti, appiccato dallo stesso David dopo che Hugh, il padre di Jade, gli aveva vietato di vederla per trenta giorni. Un episodio cardine che influenzerà l’esistenza successiva di tutti i protagonisti.

“Se qualcosa mi differenziava da tutti gli altri non erano i miei impulsi bensì la mia testardaggine, la mia disponibilità a portare il sogno oltre quei limiti che erano stati concordati come ragionevoli, a dichiarare che quel sogno non era un delirio della mente ma una realtà altrettanto tangibile dell’altra più tenue, più infelice illusione che chiamiamo vita quotidiana” (pag228)

(A)merica
Endless Love è il racconto dei Sixties Americani.
Speranze della nuova generazione e sconfitta delle precedenti; perbenismo di provincia e movimenti di protesta; Richard Nixon e Martin Luther King. Nulla di esplicito: le vicende sociali e politiche scivolano via, nell’oblio della vita quotidiana dei protagonisti ma impregnano ogni pensiero e ogni azione.

(B)aci
Endless Love è l’attesa di un bacio.

“Strane, le sue labbra. Piatte dove prima sporgevano. Molto più schiuse, non per l’impulso dell’attimo ma sulla scia di riflessi acquisiti” (pag400)


(C)ambiamento

Axelrod, non sei cambiato. Anche se una frase del genere la gente la dice con intenzioni cordiali, non sfugge mai del tutto a motivazioni censorie” (pag230)

“Chi ha un’intelligenza superiore alla media non ingrana col sistema. O si rompe in mille pezzettini o trova un modo per aggirarlo” (pag220)

Endless Love è la storia del Tempo. Una storia di cambiamenti e mutazioni – riuscite, mancate, fallite. Sviluppandosi in un arco temporale di un decennio e nutrendosi di assenze (una su tutte: l’allontanamento forzato dei due amanti che durerà quasi quattro anni) inevitabilmente gioca di contrapposizione tra un passato e un presente che non corrispondono più: David rimane fedele a se stesso, ancorato alla propria ossessione amorosa all’interno di una dimensione quasi atemporale, Jade invece attraversa la Storia e le proprie stagioni dalla giovinezza alla maturità.

Non sai chi sono disse infine Jade. Mi ricordi e basta (…). Tu hai fatto di tutto per tenerti aggrappato a ciò che abbiamo avuto, io invece ho lasciato andare. Ed è una di quelle cose che quando le lasci cadere non rimbalzano su, cadono e basta, cadono sempre più in basso” (pag391)


(D)ipendenze
Un mondo di fiaba insomma, in cui si poteva fumare ovunque ma nessuno si preoccupava delle conseguenze letali e c’era un drink per ogni ora del giorno e della notte.
Dalla high school dei golfini confetto allo studentato, dal perbenismo eredità dei postbellici anni ’50 alla promiscuità rivoluzionaria, il rapporto dei due ragazzi con la cultura hippie del momento è curioso, interessante, controverso. Ma quanto c’è di vero in Jade, o di artefatto? [Cfr (J)ade e (W)ASP].

(E)ros

“Molti lettori – come i registi che hanno frainteso il significato della storia e hanno provato a trasformarla in un dolce film romantico – credono che sia una storia d’amore, scritta nell’appassionato ricordo di una passione giovanile. Non desidero discutere con i critici e i lettori che hanno amato il mio libro, ma penso che a una lettura più attenta di si riveli un libro principalmente sull’Eros, che è un po’ diverso dall’amore” (Scott Spencer intervistato da Natalia La Terza, per Minima&Moralia)


(F)emminile – il tema del

“(scriveva Jade) (…) Noi siamo nostra madre, ma ciò che lei desidera riprendersi prende, ciò che non riesce ad accettare tenta di distruggerlo, e ciò che sopravvive è ciò che poi siamo. La nostra prima lotta: uscire da nostra madre. La seconda (e incessante): rimanerne fuori, resistere al riassorbimento…” (pag496)

Endless Love non è soltanto il racconto di un sentimento ma anche un romanzo familiare all’interno del quale spiccano le figure femminili e i rapporti dell’una con l’altra. In particolare il raffronto tra Rose (madre di David) e Ann (madre di Jade). Se Endless Love è il racconto di un amore è anche, paradossalmente, il racconto del fallimento della femminilità moderna.
Le motivazioni sono molte, anche corrette, ma la posizione dell’autore forse è da approfondire perché in superficie emergono talvolta tratti evidentemente pessimisti se non addirittura velatamente misogini, nei confronti di un ruolo materno abdicato e di una femminilità giovane volubile e inaffidabile. Approfondiremo [cfr. (J)ade e (R)ose].

(G)RA – Grande Romanzo Americano
Endless Love è un best-seller internazionale, candidato al National Book Award del 1979, anno di pubblicazione. La letteratura americana contemporanea misura il proprio valore a confronto di tali opere, chiaro che ne rimane inevitabilmente sconfitta (vedi #CityOnFire). [Cfr. (A)merica, (K)eith, (W)ASP].

(H)otel – camera di
La location della scena più famosa e discussa di tutta l’opera. Unica scena di sesso esplicito raccontata nel testo – malgrado di “fare l’amore” si parli fin dalla prima pagina per altro, arriva esattamente a metà del libro (374 pagine di attesa su 581 non sono poche). La costruzione dell’opera fa in modo che il crescendo erotico passi dai protagonisti al lettore. Lirismo, deriva fetish, fantasie violente da serial killer, giallo hard-boiled? Ognuno la pensi come vuole: qui non se ne dirà di più onde evitare spoiler.

(I)pocrisia

“M’era venuta a noia la facilità con cui si lasciavano imbrogliare, con cui riuscivo a riappacificarli mentendo, l’ostinazione che mettevano nel non dirmi mai la verità della loro vita. Erano persone la cui capitale menzogna consisteva nel ritenere che nulla fosse sbagliato, o stano, o inspiegabile o poco comune” (pag.52)

“Gestivano la nostra piccola famiglia secondo i principi del centralismo, nascondendomi le loro incertezze – comandanti d’un vascello pericolante che tentano d’evitare il panico dei passeggeri offrendo tartine e rassicurazioni di prammatica” (pag70)

“Il massimo del privato in cui osavano addentrarsi era costituito da un cordiale , che sarebbe andato altrettanto bene se fossi stato reduce non dalla clinica ma da un biennio di genetica socialista presso l’Università di Leningrado” (pag101)


(J)ade
[Cfr (W)ASP]. Da scriverne per anni. Uno dei punti in cui Endless Love mostra se stesso al lettore: un’opera in cui chiunque può (e rischia) di vederci quel che vuole. Piperno pensa a Nabokov: effettivamente siamo lì: chi è Jade. Ragazzina viziata? Unico membro mentalmente sano di entrambe le famiglie? Sciacquetta di turno di cui un povero adolescente si infatua fino alla morte? Una nuova Giulietta (cfr sempre Piperno)? La perfetta americana media ossessionata da successo sociale ed economico, soggiogata e dipendente dalla propria disturbata famiglia? Chi lo sa. Unica certezza: è il personaggio meno descritto, meno messo a fuoco, meno dialogato. Chiaro si tratta di una scelta precisa: in un mondo letterario in cui domina il bisogno di specificare tutto, la fuga nell’indeterminatezza è la carta vincente, Spencer lo sa.
“(…) persino incontrarmi con i miei (…) mi lascia il segno. Vederli uno per volta è dura, tutti insieme è la morte (…). Succede tutto nel momento sbagliato” (pag403)”Ho fatto di tutto per uscire da quella famiglia e più diminuiamo più mi ci trovo dentro” (pag431)
“Ha la straordinaria capacità di far sentire gli altri degli emeriti stronzi” disse Colleen scuotendo la testa in direzione di Oliver per consolarlo” (pag478)

(K)eith (&Sammy)
Famiglia disfunzionale, i Butterfield. Tre fratelli (Jade, Keith, Sammy), tra loro quasi incestuosi ma da bravi snob completamente estranei l’uno dall’altro mantengono sia da ragazzi sia da adulti un grado di formalità reciproca che sfiora l’indifferenza. Chi ci ricordano? I Barbour, ovviamente. Le tematiche familiari sono nel DNA di qualsiasi (G)RA

(L)uce – sinestesie

“Vi scovai nel soggiorno che ascoltavate la radio. Indossavate entrambi jeans e camicie azzurre di Oxford – eravate nella fase in cui volevate vestirvi in modo identico. Lì tutti e due sul pavimento, col fuoco nel caminetto. Soprattutto Jade era avvolta in una luminosità arancione e azzurra. Ricordo che pensai: Jade riflette la luce e David l’assorbe” (pag275)

“Dio come adoravo quella casa la sera, quando le finestre erano nere e i bambini a letto” (pag277)

“L’ultima cosa che vidi fu il cambiamento alla finestra: i vetri erano diventati di un opaco colore grigio-azzurro” (pag301)


(M)alattia mentale 
David dopo l’incendio viene arrestato e poi affidato a un centro di igiene mentale perché considerato instabile. Inizia qui il rapporto pluridecennale del protagonista con le forze dell’ordine americane che per ottusità, ignoranza, spocchia e violenza differiscono poco da quelle attuali. Il racconto dell’esperienza de manicomio criminale offre un fedele spaccato del sistema e del trattamento riservato alla malattia psichiatrica. Angosciante. Quante vite sprecate per incuria, imperizia, poca consapevolezza.

(N)evrosi e (O)ssessioni
Nevrosi. Sovrane della psiche di David Axelrod, le nevrosi stanno a metà strada tra il disagio mentale vero e proprio – riguardo al quale l’autore mostra una conoscenza profonda – e l’autocompiacimento GRA. Trasandatezza nella cura della propria persona, incostanza nel rendimento scolastico, difficoltà a socializzare con i coetanei: campanelli d’allarme che oggi non mancheremmo di individuare precocemente ma che all’epoca venivano considerati in tutt’altra prospettiva. La pericolosità insita in simili comportamenti, intuita dall’autore, è tanto più sottolineata da Spencer quanto più essi sono frutto dell’osservazione non di David (che li ignora) ma di chi lo circonda.
“(…) disse Rose. “E mi rifiuto di starmene qui ad ascoltarti se continui a far finta d’essere l’unica persona al mondo con dei problemi!” (pag70-71)
Ossessioni. Fulcro tematico di tutta l’opera, il sentimento per Jade ne sfiora pericolosamente i contorni.
“Se la mia mente avesse potuto emettere un suono avrebbe infranto una fila di calici di cristallo” (pag41)

(P)arents
Genitorialità e sue declinazioni. Occorre focus anche sui “maschi di casa” Arthur (David) e Hugh (Jade). Sembrano gli unici in grado di operare cambiamento e redenzione. Il padre di Jade dopo una prima fare “liberale”, moderna e permissiva rientra nel ruolo tradizionale e prende posizione nei riguardi della relazione sentimentale – fino alle estreme conseguenze. Il padre di David è il tradizionale “brav’uomo americano” che malgrado l’impotenza dettata da diversi fattori (istruzione/esperienze/scarsa consapevolezza) non viene mai meno al proprio ruolo. Ma le motivazioni, saranno quelle giuste? C’è un vincitore? Chi fallisce? Esiste una formula di educazione parentale che funzioni davvero

(Q)uest – la “cerca”
Interessante, Endless Love in alcuni punti recupera archetipi della letteratura della “cerca”: l’eroe parte per un lungo viaggio – avventure e pericoli – con lo scopo di recuperare o qualcosa di nuovo e mitico o qualcosa (ma anche qualcuno) che gli è stato sottratto. Naturalmente la dicotomia bene/male è qui superata e i topoi della narrazione classica rovesciati – con precisione chirurgica, non può non essere consapevole, per lo meno in parte.

(R)ose – e Ann
Le due figure femminili co-protagoniste del romanzo, in antitesi a quella di Jade. Completa contrapposizione caratteriale, benché non si relazionino mai direttamente sono i due perni attorno ai quali si sviluppa tutta la narrazione perché parte attiva di alcune vicende imprescindibili nello sviluppo della trama. Le madri dei due ragazzi condividono indole anaffettiva e desiderio manipolatore fortemente prevaricante che fa di loro due delle più malefiche matrigne della letteratura contemporanea. Eppure: carnefici o vittime, di un momento storico infelice e di una ancor più infelice segregazione all’interno di due ruoli (femminili, vedi sopra) squallidi e mortificanti?
“Come soffriva Rose per quel mio languore. Credeva nella forza di volontà con la stessa fede che Galileo riponeva in quella di gravità” (pag87)
“(Rose) aborriva da sempre i figli mammoni, e ora che quel pericolo non sussisteva più diceva a se stessa che la cosa migliore per me era che mi trovassi una mia strada, o un , come preferiva dire” (pag165)
“Ann era unica, irripetibile, amara, sicura, altezzosa, vulnerabile e calcolatrice in modo così esplicito che ogni sua parola, ogni suo gesto, almeno ai miei occhi, erano incandescenti di significato” (pag266)
(Ann): “Sto ancora aspettando che la vita cominci” (pag296)

(S)tile e (T)raduzione
Sellerio pubblica Endless Love conservando l’eccezionale traduzione di Francesco Franconeri che porta la data del 1980 (Milano, Mondadori Omnibus) e che rivela, proprio per il suo carattere agée, una straordinaria aderenza al testo a cui risulta coeva:

“Naturalmente era per uno SQUILIBRIO che attribuiva alle parole della madre la sua MANIA” (pag192-193)

“Attraversai la Fifth Avenue – non quella della GRAN MODA e delle INDOSSATRICI, ma quella dei fabbricanti di giocattoli” (pag248)

Merito del traduttore aver conservato anche nella versione italiana le particolarità dello stile di Spencer, poliedrico e duttile, in grado di modulare lessico e sintassi alle diverse esigenze espressive di ciascun protagonista (già parlato delle parti epistolari). Nota a margine, ricordarsi la feroce critica in merito rivolta a Hallberg (vedi ancora #CityOnFire)

(U)nderwear

“Rose entrò con in mano l’ultimo numero del . Indossava una vestaglia azzurra e le sue pantofole estive; fumava la sua Newport serale. annunciò. Di solito lo faceva per ferire Arthur, per fargli sentire che desiderava evitarlo, per sottolineare il fatto che non avrebbero fatto l’amore” (pag109)

(Ann) “indossava una vestaglia verde pallido lunga fino ai piedi, orlata di verde più scuro, con maniche larghe e pendole di stile medievale. I capelli scuri erano tirati indietro e mi osservò attraverso grandi lenti appena colorate. Odorava di profumo e le rosse unghie dei piedi spuntavano dalle pantofole ricamate d’oro. Teneva con una mano l’Ariel di Sylvia Plath, con l’altra un fianco” (pag254)

(Jade) “era uscita dal bagno con indosso una vestaglia verde pallido, lo stesso colore dei suoi occhi. (…) si sbottonò la vestaglia, togliendosela. Sotto aveva indossato un pigiama di stile orientale. Pareva bagnato e lucido. Un gesto dettato dalla modestia, quel suo terminare di spogliarsi a letto, protetta dall’oscurità”(pag407-408)


(V)ista – punto di
La narrazione in pdv interno singolo (David) è espediente che esemplifica al meglio la questione della parzialità: Endless Love è La Storia di David. Non quella di Jade, non quella degli Axelrod, non quella dei Butterfield. Come tale è di natura incompleta e faziosa, tanto più conturbante quanto più si capisce di aver a che fare con una personalità borderline. Unica concessione le lettere di Ann a David: capacità dell’autore di modulare magistralmente gli stili a seconda del punto di vista e del mezzo a disposizione (incursione nel romanzo epistolare). Parzialità del racconto si esprime anche quando per alcuni avvenimenti entra in scena un secondo punto di vista, altrettanto limitato, che tuttavia permette un’inquadratura comunque più ampia (Ann).

(W)ASP
Tensione dell’opera: passa anche dalla necessità di David di uscire da proprio contesto familiare e sociale. Per arrivare dove? A casa Butterfield: famiglia di tipici WASP dell’East Coast che, seppure economicamente decaduta, conserva intatte le proprie caratteristiche tra cui sostanziale e ovvio disprezzo vs. membri di altre classi sociali/enclave. Il presunto laissez-faire dei coniugi Butterfield che accolgono David in casa propria accettando la relazione amorosa (nb: dotano la stanza di Jade di un letto matrimoniale) è in realtà mero divertissement abbandonato senza troppi rimpianti nel momento in cui giudicato inopportuno (e fuori dalla comfort-zone).
“Ci sentivamo coraggiosi, certo, e molto più avanti dei nostri coetanei (…). Ma ci sentivamo anche talmente insicuri e poco abituati al nostro nuovo modo di vivere che non ci pareva di essere adulti al punto da poter redigere un codice di comportamento per chiunque” (pag153)
“Lo sai che mia madre gioiva a raccontare di non essere mai stata più in là della Fifth Avenue? Diceva: (…) Se solo avessimo avuto più soldi per giustificare le nostre piccole eccentricità. Senza soldi diventavano talmente sciocche, goffe come scimpanzé vestiti da uomo… (…) che suonano il pianoforte” (pag256)
“(Hugh)il quale continua ad andarsene a zonzo per gli Stati Uniti, facendo una vita bohème che più passée non potrebbe essere” (pag262)
E Jade? Dove si colloca all’interno di tutto ciò? [Cfr (G)RA, (J)ade, (K)eith].

(Y)ates
S’è parlato di molti autori a paragone con Spencer e per farlo si sono scomodati in molti, da Joice Carol Oates a Jonathan Lethem che cita FSFitzgerald, Roth e Yates. Qui (Sellerio) la rassegna stampa su Endless Love da qui si può ricavare una prima bibliografia.

(Z)ucchero

Possiamo permetterci il dolce? chiese Jade al termine del pasto. Mi commuovevo sempre quando usava la prima persona plurale, specie se lo faceva quasi soprappensiero. disse. ” (pag482).

Buona lettura