“Il Tao della fisica”, di Fritjof Capra (trad. di Giovanni Salio)

“L’esperienza mistica è necessaria per comprendere la natura più profonda delle cose, e la scienza è essenziale per la vita moderna. Ciò che ci serve, quindi, non è una sintesi ma un’interazione dinamica tra intuizione mistica e analisi scientifica”

Fritjof Capra, “Il Tao della fisica”, 1972 – Adelphi 1982/89/98 – p356


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“Nel nostro ambiente terrestre, gli effetti della gravità sullo spazio e sul tempo sono talmente piccoli da essere insignificanti, ma nell’astrofisica (…) la curvatura dello spazio-tempo è un fenomeno importante. Finora tutte le osservazioni hanno confermato la teoria di Einstein e ci spingono quindi a credere che lo spazio-tempo sia di fatto curvo. Gli effetti più drastici della curvatura dello spazio-tempo si manifestano durante la contrazione – o *collasso* – gravitazionale di una stessa di grande massa” (*)

“Nel corso della sua evoluzione ogni stella raggiunge uno stadio durante il quale essa si contrae a causa della mutua attrazione gravitazionale tra le sue particelle. Poiché l’attrazione aumenta rapidamente col diminuire della distanza tra le particelle, la contrazione accelera, e se la stella ha una massa sufficientemente grande, pari a più di due volte quella del Sole, nessun processo conosciuto può impedire che la contrazione prosegua indefinitamente” (*)

“A mano a mano che la stella si contrae e diventa più densa, la forza di gravità sulla sua superficie cresce sempre più, e di conseguenza continua ad aumentare anche la curvatura dello spazio-tempo nella regione circostante. A causa della crescente forza di gravità sulla superficie della stella, diventa sempre più difficile allontanarsene, e alla fine la stella raggiunge uno stadio in cui dalla sua superficie non può sfuggire nulla, neanche la luce. A questo stadio diciamo che attorno alla stella si forma un orizzonte degli eventi, perché nessun segnale può allontanarsi da essa per comunicare un evento qualsiasi al mondo esterno. Lo spazio attorno alla stella è quindi talmente curvo che tutta la luce rimane confinata al suo interno e non può uscirne. Noi non siamo in grado di vendere una stella di questo tipo, perché la sua luce non può mai raggiungerci e per questo morivo la chiamiamo buco nero” (*)

“La forte curvatura dello spazio-tempo attorno a buchi neri non solo impedisce a tutta la loro luce di raggiungerci, ma ha un effetto altrettanto impressionante sul tempo. Se un orologio, che ci trasmette i suoi segnali, si trovasse sulla superficie di una stella che si sta contraendo, noi osserveremmo che questi segnali rallentano a mano a mano che la stella si approssima all’orizzonte degli eventi finché, una volta che la stella fosse diventata un buco nero, non ci giungerebbe più nessun segnale dall’orologio. Per un osservatore esterno, lo scorrere del tempo sulla superficie della stella rallenta con la contrazione della stella e si ferma del tutto all’orizzonte degli eventi. La contrazione completa della stella avviene quindi in un tempo infinito” (*)

“Anche i saggi orientali parlano di ampliamento della loro esperienza del mondo durante gli strati superiori di coscienza, e affermano che questi stati comportano un’esperienza totalmente diversa dello spazio e del tempo. Essi insistono sul fatto che non solo, durante la meditazione, vanno al di là dell’ordinario spazio tridimensionale, ma anche (…) trascendono l’ordinaria consapevolezza del tempo. Invece di una successione lineare di istanti, essi percepiscono – così dicono – un presente infinito, eterno, e tuttavia dinamico” (*)

“*In questo mondo spirituale non ci sono suddivisioni di tempo come passato, presente e futuro; esse si sono contratte in un singolo istante del presente nel quale la vita freme nel suo vero senso… Il passato e il futuro sono entrambi racchiusi in questo momento presente di illuminazione e questo momento presente non è qualcosa che sta in quiete con tutto ciò che contiene, ma si muove incessantemente” (D.T. Suzuki, *On Indian Mhayana Buddhism*) (*)

Non avrei mai immaginato di riuscire a cominciarlo, men che meno riuscire a finirlo, e invece ce l’ho fatta – e la mattina successiva, in televisione, passavano le immagini della galassia M87. Riassumere “Il Tao e la fisica” è impossibile – e non ci proverò neppure. Chi lo deve leggere, e perché va letto anche a distanza di 40 anni dalla pubblicazione: lo deve leggere chi non si accontenta di interpretare il mondo secondo le categorie del vuoto e del pieno, chi riflette costantemente sull’inutilità del linguaggio in determinati contesti, chi è ancora convinto che gli esercizi di meditazione debbano di necessità allontanare dalla pratica della vita.

Va letto per un solo motivo, atemporale:

“Come le nostre ordinarie nozioni di spazio e tempo, la causalità è un’idea limitata a una certa esperienza del mondo e deve essere abbandonata. quando questa esperienza viene ampliata. Così si esprime Swami Vivekananda:

Tempo, spazio e causalità sono la lente attraverso la quale si vede l’Assoluto… Nell’Assoluto in se stesso non ci sono né tempo, né spazio, né causalità

Le tradizioni spirituali orientali indicano ai loro seguaci vari modi per andare al di là dell’ordinaria esperienza del tempo e per liberarsi dalla catena di causa ed effetto; dal vincolo del karman, come dicono gli Indù, e i Buddhisti. Perciò è stato detto che il misticismo orientale è una liberazione dal tempo. In un certo senso, la stessa cosa si può dire della fisica relativistica”(**)

“Gli artisti indiani del decimo e del dodicesimo secolo hanno rappresentato la danza cosmica di Siva in magnifiche sculture in bronzo di figure umane danzanti, con quattro braccia, i cui gesti, stupendamente equilibrati e tuttavia dinamici, esprimono il ritmo e l’unità della Vita. (…) La mano destra superiore della divinità tiene un tamburo per simboleggiare il suono primordiale della creazione, la mano sinistra superiore regge una fiamma, l’elemento della distruzione. L’equilibrio delle due mani rappresenta l’equilibrio dinamico di creazione e distruzione nel mondo, reso ancora più evidente dalla calma e dalla serenità del volto del Danzatore, al centro tra le due mani, in cui la polarità di creazione e distruzione è dissolta e trascesa. La seconda mano destra è alzata nel segno del *non temere*, e simboleggia la conservazione, la protezione e la pace, mentre l’altra mano sinistra è rivolta in basso verso il piede sollevato che simboleggia la liberazione dall’incantesimo della maya. il dio è rappresentato mentre danza sul corpo di un demone, il simbolo dell’ignoranza umana che dev’essere sconfitta prima che si possa raggiungere la liberazione” (***)

(*) Fritjof Capra, “Il Tao della fisica”, 1972 – Adelphi 1982/89/98, pagg206-209 (**) pag218 (***) pag281

Fritjof Capra: (Vienna, 1 feb. 1939) A Vienna-born physicist and systems theorist, Capra first became popularly known for his book, The Tao of Physics, which explored the ways in which modern physics was changing our worldview from a mechanistic to a holistic and ecological one. Published in 1975, it is still in print in more than 40 editions worldwide and is referenced with the statue of Shiva in the courtyard of one of the world’s largest and most respected centers for scientific research: CERN, the Center for Research in Particle Physics in Geneva. Over the past 30 years, Capra has been engaged in a systematic exploration of how other sciences and society are ushering in a similar shift in worldview, or paradigms, leading to a new vision of reality and a new understanding of the social implications of this cultural transformation.

Buona lettura 🙂