"La lotteria", di Shirley Jackson

Se volete concludere la domenica con un buon libro non dovete fare altro che prendere in mano questo agile volumetto di racconti
La più riuscita short storydella raccolta è sicuramente “La lotteria” – il componimento che dà il titolo all’opera – già di per sé caso letterario all’epoca della pubblicazione. La breve novella infatti, prima di diventare un grande classico della narrativa horror americana (adattato perfino per cinema e tv) comparve sul New Yorker il 26 Giugno 1948 e sollevò, per lo stupore della stessa autrice, un incredibile vespaio di polemichee un coro quasi unanime di voci scandalizzate: basti sapere che decine di lettori sconvolti cancellarono il loro abbonamento e centinaia furono le lettere indirizzate alla redazione, sia per criticare apertamente l’opera sia per domandare, inevitabilmente e nei toni più angosciati, dei chiarimenti che venivano sentiti come necessari e imprescindibili.

Lo stile è quella paratassi lineare e di stampo prettamente giornalistico a cui Shirley Jackson ci ha abituati; le descrizioni sono pennellate spesse e rapide, impreziosite da qualche dettaglio vivido e particolare, inciso col cesello come una miniatura. L’ambientazione, l’America rurale e postbellica tanto cara all’autrice che sa magistralmente coglierne le luci – e naturalmente anche le ombre più cupe.
Avvertenza: poi però sarete costretti a osservare da tutt’altra prospettiva la cara, vecchia e innocua tombola di Capodanno, con le tessere mangiate agli angoli da decenni d’uso e i segnaposti sbeccati.  

“Gli attrezzi originari della lotteria erano andati perduti molto tempo addietro, e la bussola nera che ora stava sullo sgabello era entrata in uso ancora prima della nascita del Vecchio Warner, l’uomo più anziano del paese. Mr. Summers parlava spesso ai paesani dell’opportunità di fare una cassetta nuova, ma l’idea di alterare anche quel poco di tradizione rappresentato dalla bussola nera non piaceva a nessuno” (pag. 14)


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