Agosto in compagnia: longform, reportage, riviste, narrativa

internazionale

La bella notizia è che in Agosto non tutti vanno in ferie – o forse ci vanno pure ma prima di abbassare le serrande si premurano di lasciare noi, longform e reportage addicted, ben equipaggiati.

Questo che segue è il mio personale elenco di letture estive, o meglio, una parte di quello che sta spiaggiato, adesso, sul mio comodino: un’isola di conforto specie per me, che son quella che di notte, quando non riesce a prendere sonno, pensa agli autogrill sparpagliati lungo la A14 e aperti 24 ore su 24, e a chi ci lavora dentro; quella che non riesce ad ascoltare i programmi radiofonici in differita, ma solo in diretta, quella che nei centri commerciali non entra mai dopo le otto di sera. Sono fatta così: una personalità abbandonica.

Sicché non manco mai di comperarmi lo speciale estivo di Internazionale, che quest’anno tra l’altro è dedicato al tema del viaggio: 164 pagine di reportage e foto da tutto il mondo, tra cui – solo per dire:

  • “La Nato gioca alla guerra”, di Alexander Schnell (Svizzera): all’apice della crisi in Ucraina, l’alleanza atlantica ha svolto delle grandi esercitazioni in Baviera. Decine di persone sono state pagate per recitare il ruolo dei civili sul campo di battaglia
  • “Pellegrinaggio sul monte Fuji”, di Magdalena Rittenhouse (Polonia): venerata come una divinità per la forma e le proporzioni perfette, la montagna più famosa del Giappone è un vulcano attivo che non erutta da trecento anni
  • “La grande traversata”, di Elizabeth Weil (USA): nel 2017, a settant’anni, il polacco Aleksandr Doba ha attraversato l’oceano Atlantico in canoa. C’era già riuscito nel 2010 e nel 2013. L’anno scorso è partito dal New Jersey e dopo 110 giorni è arrivato in Francia
  • “La Cina guarda in alto”, di Ross Andersen (USA9: tra le montagne del Guizhou è stato costruito un gigantesco radiotelescopio per cercare i segni di intelligenze extraterrestri. Ma qualcuno spera che non trovi niente

E sono soltanto a pagina 70. Fatevi voi un’idea della vastità della questione, che non finisce qui perché anche on line (nella sezione foto / portfolio) c’è parecchio materiale: ad esempio la presentazione del volume “Un’estate con te” di Claude Nori (una cosa talmente bella che non si riesce neanche a descrivere) o di “Super Extra Natural“, il photobook dal Giappone (16 viaggi, dal 2004 al 2016) della fotografa statunitense Emily Shur.

un estate con te

super extra

Salvati nei preferiti ho anche tutti gli articoli di Studio estate pubblicati fin’ora: Anna Momigliano, Davide Coppo, Clara Mazzoleni, Francesco Longo, Silvia Schirinzi, Letizia Muratori, Teresa Bellemo, Elena Stancarelli scrivono per ricordarci come eravamo (“Il fascino dello stabilimento balneare“), come siamo (“L’abbronzatura, l’ultimo dei tabu” – “Il gelato come illusione“) e come saremo (“I gonfiabili da piscina ai tempi di Instagram“).

Anche la costola on line della rivista “La Ricerca” propone spunti interessanti: Gian Paolo Terravecchia (Cultore della materia in filosofia morale all’Università di Padova) riflette su “Cellulare in classe: problemi e prospettive” mentre Mauro Reali (Docente di Liceo, Dottore di Ricerca in Storia Antica e autore di testi Loescher) firma la recensione al volume “Arcipelago: isole e miti del Mar Egeo” di Giorgio Ieranò (Einaudi, 2018)

E poi, last but not least, i racconti di Inutile: per non perdere il vizio.

Ce n’è abbastanza per un’estate intera? Tecnicamente sì, ma anche no. Se avete altri consigli o suggerimenti, scriveteli qui nei commenti oppure a info@appuntidicarta.it : sarò felice di condividerli.

“Gli schermi sono finestre attraverso cui osserviamo. Davanti a loro siamo spettatori. I libri, invece, sono porte. Il lettore non resta fuori a guardare; deve entrare e costruire il libro via via che lo legge. Forse per questo in treno i lettori alzano spesso lo sguardo al finestrino: come chi s’immerge in apnea e ha bisogno di tornare in superficie per respirare. Quelli che guardano gli schermi somigliano più ai sub professionisti. Non hanno bisogno di risalire spesso in superficie, ma le mute gli impediscono di sentire l’acqua sulla pelle. Guardare dal finestrino del treno è sempre un invito a pensare, a ricordare, a immaginare. Un po’ come leggere.” (“Costruire mondi”, di Cristian Vàzquez, Letras Libres, Messico – Internazionale viaggio, editoriale pag. 11)

Buona lettura 🙂

 

 

 

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