Approccio scientifico per questo Ballard d’annata (classe 1975) che, nonostante l’età, presenta sempre (più) consistenti e attualissimi spunti di riflessione.
I) Componente sociogeografica (psicogeografia, ne avevamo già parlato per “Disturbo della quiete pubblica” – “Super Cannes”)
II) Malattia mentale come strumento eletto e ultimo per la comprensione della realtà mutata.
III) Possibilità di evitare la limitazione di propri istinti antisociali attraverso una struttura (Eden Olympia / il condominio) che garantisce la quotidianità e la preserva
IV) Ambiente esterno – prime opere, Universo – ambiente interno (realtà modificata in un ambiente non fantascientifico, opere della “maturità”)
V) Violenza con connotazione non individuale ma sociale
VI) Il mondo nuovo che tende al caos – o meglio, alla costituzione di un nuovo ordine sociale attraverso la re-interpretazione del presente
VII) La ricontestualizzazione del brutto, del banale, del fuori moda, a confronto con lo stile, la pulizia delle linee (degli oggetti e… delle persone), il design, la consapevolezza della cultura e della conoscenza verso il dilagare degli aspetti primitivi dell’esistenza (quasi agognati).
NB. Avevamo già incontrato questo aspetto, quello della ricontestualizzazione, in un contesto completamente differente – ma forse non troppo, a ripensarci: torniamo di nuovo alla nostra ultima Oates, in “Sorella, mio unico amore”
Sono stati molto utili, durante la lettura, i vari interventi di uno tra i più eminenti studiosi di Ballard, Antonio Caronia. Vi invitiamo a consultare sul web la sua ampia bibliografia sull’argomento.