#BCM15 al Laboratorio Formentini: "Lavorare in Mondadori tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta"

La segnalazione, anche se tardiva, è d’obbligo: l’oggetto del panel, la location e gli interventi degli ospiti hanno fatto di Lavorare in Mondadori tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta: Rusca, Mazzucchetti, Vittorini e Gallo” uno degli incontri più interessanti di tutta #BCM15.
I relatori hanno illustrato alcuni momenti particolari della storia della casa editrice attraverso la presentazione di questi storici collaboratori, avvalendosi dei documenti archivistici conservati presso la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori.

Arnoldo Mondadori e George Simenon
fonte: archivio Panorama

Enrico Decleva si sofferma sulla figura di Luigi Rusca (1894-1980) chiamato in Mondadori nel 1928 da Senatore Borletti (imprenditore noto nel mondo finanziario e politico dell’Italia prebellica, amico personale di Gabriele D’Annunzio, noto massone e allora socio di Arnoldo), per risanare una situazione economica tutt’altro che florida. Con la carica di Co-direttore Generale Rusca non soltanto si occupò della riorganizzazione amministrativa ma grazie all’intuito e alla spiccata intraprendenza fu l’artefice della svolta internazionale di Mondadori: attraverso la creazione della collana Medusa riuscì infatti ad adattare la fisionomia della casa editrice – che fino al 1930 aveva pubblicato soltanto scrittori nazionali – alle necessità di un pubblico che, non pago degli autori italiani che il Regime tendeva a valorizzare, sentiva la necessità di scoprire nuovi orizzonti letterari. 
Edoardo Esposito si occupa di Elio Vittorini (1908-1966) nella sua professionalità meno nota, quella di collaboratore della Mondadori – in veste di “intenditore e traduttore capo” – che portò avanti per oltre 30 anni. Benché la sua conoscenza della lingua inglese non fosse perfetta, Vittorini contribuì alla diffusione della letteratura americana in Italia, da Faulkner a Lawrence. I documenti conservati nei fondi della Fondazione Mondadori mostrano l’ampio quadro della produzione editoriale di cui si interessava Vittorini e la forte attitudine verso la progettualità editoriale che caratterizzava le scelte di pubblicazione. Insomma un Vittorini editore su cui la critica ha ancora molto da indagare, a partire da due delle più controverse vicende che – malamente conosciute – hanno in parte, e da sempre, inficiato questa analisi: il controverso rapporto professionale con Lucia Morpurgo Rodocanachi (un “grande e inutile scandalo”, lo definisce Esposito) e le circostanze relative alla pubblicazione del Gattopardo. L’anno prossimo verrà pubblicato il carteggio integrale Vittorini/Rodocanachi, che finalmente chiarirà i rapporti tra i due e ne ridimensionerà la querelle; il caso Gattopardo invece, su cui ha già fatto luce GianCarlo Ferretti nel volume “L’editore Vittorini” (Einaudi 1992), fa ancora parlare di sé. 
Sono più di 500 i pareri di lettura presenti nel fondo, a firma Vittorini, che una volta analizzati potranno chiarire l’ottica editoriale dello scrittore, quasi sempre efficace, talvolta inadatta alla linea di Mondadori.

E’ di Mariarosa Bricchi l’excursus sulla giornalista e traduttrice Lavinia Mazzucchetti (1889-1965), il cui lavoro editoriale, poco noto al pubblico, è stato oggetto di una serie di studi condotti dalla Fondazione all’interno di un “laboratorio” dedicato – in collaborazione con Università Catania e Verona, Istituto italiano di studi germanici e Goethe Institute, culminati in un recente convegno dal titolo “Lavinia Mazzucchetti: Transfer culturale e impegno civile nell’Europa del Novecento. Sono testimoni della collaborazione con Mondadori, durata 37 anni, le schede di lettura depositate presso la Fondazione, interessanti perché andando ben oltre i classici pareri, quali “precipitati di un lavoro editoriale ma anche di ricerche storico-letterario” attestano le grandi capacità di scouting della Mazzucchetti che spesso si spinge fino a proporre di persona gli autori da pubblicare (come successe per Thomas Mann, ad esempio).

Gian Carlo Ferretti introduce infine la figura di Niccolò Gallo (1917-1971), studioso e critico letterario chiamato da Sereni in Mondadori nel 1957 per dirigere la narrativa italiana. 

A conclusione, Gian Arturo Ferrari tra aneddoti e curiosità approfondisce la figura di Rusca in relazione all’attività della casa editrice, a partire dalla costituzione delle collane Panorami di vita fascista e Viaggi e grandi imprese, che altro non erano se non una “riserva indiana” (Ferrari) all’interno della quale Rusca inserì tutta la produzione cara al Regime, con l’unico scopo di levarsela di torno, fino alla riorganizzazione delle altre collezioni Mondadori, in special modo quelle di letteratura straniera:
I romanzi della guerra (es. “Niente di nuovo sul fronte occidentale”), che fu l’unica collana obbligata a chiudere, perché per la maggior parte comprendeva testi a tema pacifista
I romanzi della palma, una collana di letteratura straniera popolare (che noi definiremmo piuttosto lettura di intrattenimento: tra i titoli, ad esempio, “Il Grande Gatsby”)
Il romanzo della rosa, di intrattenimento femminile
(nb: nel 1937 queste ultime due collane verranno unificate negli Omnibus, che viene inaugurata con la pubblicazione di “Via col vento”)
Medusa, che all’epoca non era una collana letteraria ma una brossura di poco prezzo antesignana degli Oscar.

Grazie a Laboratorio Formentini per l’ospitalità e la cura nell’allestimento e nell’accoglienza dei visitatori. Qui potete trovare le fotografie dell’evento e qui la programmazione per le prossime settimane.


e grazie a tutti per l’attenzione. 
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