“Adoro nuotare. Da me c’è una piscina, ma le piscine sono sempre un po’ deprimenti” (“The Weekend”, p125)
“Nic è sdraiato sul bordo della piscina. Il Grand Hotel di Riva è un palazzone di vetro circondato da chilometri di terra rossa, ruderi, ulivi e poi più niente. Una distesa di auto costose lastrica il parcheggio. Al tramonto è fagocitato dal sole come un impero che va a fuoco” (“Corpi di Gloria”, p27)
“Dei bambini urlano inseguiti da signore piene di anelli tuffandosi in acqua. Due ragazze dall’altra parte della vasca gli sorridono stringendo l’asciugamano al seno” (ibid.)
“Gloria, Dave, Nic e Cristina scavalcano il cancello della villa J201. E’ notte fonda. (…) Il giardino della villa sembra un buco nero assediato dagli alieni. Nic s’inoltra seguendo le mattonelle di pietra, facendosi luce col cellulare. (…) La piscina appare dal niente, lucida, come scolpita nel ghiaccio. I ragazzi si lasciano abbagliare dai riflessi opalescenti. Cris inizia a spogliarsi.
Da lontano gli echi della discoteca sulla spiaggia invadono il buco nero pulsando nelle loro teste. Nic si siede sul bordo e guarda Cris tuffarsi, perdersi nell’acqua scura, sparire” (op. cit. p36)
“La piscina si stendeva al mio fianco, e l’acqua era così calma che una pellicola di polvere rivestiva la superficie. Scrutando nelle sue profondità fresche, sul fondo inclinato potevo scorgere una monetina, forse un pezzo da un franco sfuggito dalla tasca di un costume da bagno. Lucidata dal detergente per la piscina, brillava come un grumo d’argento distillato dalla luce della Costa Azzurra, una perla di un genere che si trova solo nelle piscine dei ricchi” (GJBallard, “SuperCannes”, p49)
“Ero in piedi sul bordo della piscina, e scrutavo l’acqua in profondità. La luce forte del sole aveva smosso un atlante di correnti che gettavano le loro ombre sul fondo piastrellato, ma riuscivo lo stesso a vedere il profilo tremolante della moneta sotto il trampolino. (…) Lo spazio ristretto era pieno di sacchi di detergente per piscine, la polvere a base di cloro che Monsieur Anvers versava dentro l’apposito portello. Due volte al giorno quella polvere finissima si spandeva in acqua, formando una serie di onde lattiginose che scioglievano il lieve redisuo di grassi corporei sulla superficie” (op. cit. p63)
“Fra breve il caldo sarebbe diventato insopportabile. Affacciato al balcone dell’albergo, poco dopo le otto, Kerans guardò il sole levarsi fra i fitti cespugli di gimnosperme giganti che crescevano sui tetti dei grandi magazzini abbandonati, quattrocento metri più in là, sulla sponda orientale della laguna” (“Il mondo sommerso”, incipit – Feltrinelli 2008)
“Se la respirazione è buona, se il suo corpo si adatta al ritmo di bracciate e gambate, malgrado il grande sforzo entra in una specie di strana quiete. Se ne accorge soprattutto se si ferma a riposare, e se chiude gli occhi e si lascia cadere, come un peso morto trascinato verso il basso” (kindle, pos.78 – 2%)
“Ma se in quel momento chiude anche gli occhi, e lascia che l’ossigeno inizi lentamente a indebolire il proprio effetto, l’acqua si trasforma in oscurità e non vede più l’agitarsi delle gambe degli altri nuotatori, né gli impulsi lenti né quelli rapidi, e nemmeno percepisce il rumore sordo dell’acqua; non vede e non sente nulla, eccetto quel battito contundente e marcato del suo stesso cuore, in quell’oscurità senza i segnali del mondo” (pos. 82 – 3%)
“Alcune volte pensa addirittura che forse nuota per arrivare fino a lì e lasciarsi cadere, ascoltare il proprio corpo scuotersi ai deboli battiti del petto in quell’opacità, se chiude bene gli occhi, e poi risalire come appena nato” (pos. 85 – 3%)
“Se la respirazione è buona e la circolazione pulsa briosa nel sangue può nuotare tutto il giorno, né veloce né lento, fino al tramonto e ancora oltre, quando si spegneranno le luci del padiglione, Jonas potrà continuare addirittura al buio: ed è in quell’istante di consapevolezza, senza dover forzare la propria resistenza, che esce dalla piscina” (pos. 131 – 4%)
“Oggi non ce la faccio. (…) Le gambe cariche come sacchi di sabbia, e le spalle non compensano, che succederà oggi che sono gelate? E l’acqua è pesante, sempre più densa, un’acqua mercuriale, lo trascina verso il fondo dalle piastrelle di demarcazione azzurre” (pos. 783 – 25%)
“Ho sempre cercato di riflettere nelle mie foto l’estinguersi dei luoghi (…): edifici sul punto di essere demoliti, strade transennate, lavori rimasti a metà, interni di palazzi che non abita più nessuno, negozi che hanno abbassato la serranda e non hanno più riaperto. (…) Si tratterebbe di riflettere solo l’istante in cui tutte quelle realtà si spengono” (pos. 1724-28 – 55%)
“nel luogo in cui la luce è una pulsazione buia e silenziosa, il pantano una falda di neri ossari” ? (pos. 2851 – 91%)