Ovvero il post mensile di recensione – nello specifico la recensione-approfondimento di Aprile, del mese che avrà termine tra dieci minuti scarsi; a meno che io non decida di fare la furbetta e recuperare questo spazio, modificarne il titolo, buttarci dentro qualche parola.
Ma poi, in questo mese di zona rossa, ho letto dei libri di cui sarebbe interessante parlare qui sul blog? Sì, almeno un paio – ma non li ho finiti. E su questi due o tre ancora non sono riuscita a informarmi bene – con precisione, perché non sono libri facili e nel caso in cui se ne voglia parlare, bisogna usare contezza. Ne ho letti pure anche altri che ho lasciato a metà e alcuni di cui ho letto soltanto pochi capitoli perché no, impossibile andare avanti.
Insomma le letture di questo 2021 camminano col passo del gambero, hanno il singhiozzo, si infrangono e si rompono.
Anche il Twitter è complicato da gestire per via di un certo livore perenne che avvelena le conversazioni – o di converso le inzucchera con la finta accondiscendenza della piaggeria; le presentazioni on line scarseggiano, le nuove uscite sono celebrate tutte indistintamente con gran spesa di intento tanto che non è più possibile comprendere cosa sia valido e cosa invece no. La critica negli inserti culturali è morta – ammazzata un po’ dai suoi stessi virtuosismi elitari e sterili, un po’ dalla bagarre sul politicamente corretto, un po’ dal sito del Libraccio che a 4 ore dall’uscita del caso letterario dell’anno ne vende un paio di copie “usate ma intonse”. Un momento complicato insomma, Vediamo come saprò gestirlo, non lo so nemmeno io. Cinque, quattro, tre, due, uno, buon primo maggio.