
Sicché, al 4 maggio siamo giunti, manca proprio poco. Io l’avevo promesso: sarei arrivata fino a qui, in qualche modo; quindi ora non posso fare altro che ringraziare tutte le persone che in questi 72 giorni sono rimaste con me su ADC e mi hanno aiutata, ciascuno a modo proprio, con le proprie risorse e competenze, a portare avanti questo spazio che spero sia riuscito a mantenere quella funzione, come l’ho sempre voluta, di luogo in cui condividere idee, cultura, riflessioni, letture.
In rigoroso ordine sparso – sperando di non far torto a chi mi capitasse d’aver lasciato fuori – ecco quindi il mio debito di gratitudine; prendetelo a mani giunte, come nel gassho – potere antico di migliaia di anni, i due palmi giunti a significare il contatto tra due individui che entrano in relazione l’uno con l’altro.
- Isolaria Pacifico, Mila Spicola, La Ricerca, Lavoro Culturale, maestri e maestre con cui ho parlato sul Twitter, che mi hanno accompagnata a comprendere e approfondire il rutilante mondo della DAD – la didattica a distanza (o meglio, d’emergenza) -condividendo non solo dubbi e criticità ma anche idee e proposte per una scuola sempre più inclusiva e al passo coi tempi. Grazie, non so come potrò ricambiare.
- Le case editrici che hanno messo ADC a parte delle loro letture e dei loro progetti, come La Nave di Teseo: l’editoria ha bisogno di spunti nuovi e se è vero che il digitale non è tenuto a salvare il mondo delle lettere, è tuttavia reale e concreta la sua capacità di far da connessione tra chi i libri li fa e chi i libri vuole continuare a leggerli.
- Le torinesi più coraggiose che io conosca: Monica Bedana, Angela Rastelli – e Marta Barone. A cui si aggiunge Giulia Passarini, a cui mando un cuore speciale, anzi due. Cazaladies, come mi mancate, tutte quante, come vi sento vicine.
- I miei due, Luca Albani & Francesco Guglieri, che mi guardano sempre da lontano e qualche volta si fanno avanti a indicarmi la strada – come al solito.
- Giuseppe Strazzeri: onore imperituro alla pazienza da mentore che usa nei miei confronti.
- Tutti gli scrittori e le scrittrici con cui ho chiacchierato e che mi hanno raccontato del prima – e poi anche del dopo-virus. Di come sarà nelle lettere, di come si vorrebbe che fosse. Siete in tanti, grazie a tutti – ognuno di voi sa.
- Grazie a tutti gli appassionati del #cosaabbiamofattooggi: è stato un bel progetto che ho costruito prima di tutto per me, per portare a casa le giornate – ma a quanto pare è piaciuto a tanti. Cosa abbiamo fatto oggi finisce qui, oggi, con il link a questo post. Grazie, i vostri cuori sono stati compagnia inesauribile e fonte d’ispirazione quotidiana. (Noi continueremo con le nostre avventure tra compiti, cornicette, attacchi d’arte e disperazioni, comunque – e ne terrò traccia, qui e là)
- Infine – last but not least – grazie a miei dodicimilaetrecento: qualcuno è arrivato, qualcun altro è andato via. Lo so, non siete sempre tutti d’accordo con me e ve ne ringrazio: sapete bene che la super-bolla autoreferenziale non è un mio obiettivo. Quindi continuate a defolloUarmi, nel caso: questo è l’unico modo, a volte, per capire dove si sta andando e dove si vuole andare (due questioni che non sempre coincidono).
“Con giudizio, Michele. Mi fido” – si dice in uno dei miei libri del cuore. Mi raccomando quindi, andate avanti con giudizio: mi fido.
Nota: in foto, una delle immagini che vi è piaciuta di più: è il cielo di Milano in una giornata della settimana scorsa, una primavera che strizzava l’occhio al mare. Questa mia Milano, troppo vissuta e poco compresa, ne esce stremata e nulla tornerà come prima. Sarà meglio o peggio, ora non si può sapere. Di questi giorni noi tutti ricorderemo le sirene delle ambulanze che invadono le stanze delle nostre case, fin dentro al nostro dormiveglia della notte ma anche il silenzio per le strade, l’aria diventata a un tratto limpida, le rondini e i grilli – il canto di tantissimi grilli, sulla massicciata del treno.