"Romanzo per signora", di Piersandro Pallavicini

More about Romanzo per signora “Il mondo è bello, non sentite come frizza l’aria? Non vedete com’è lucente il cielo? Nice, Cote D’Azur. Ridiamo, scherziamo, siamo italiani, vigevanesi, rotariani, abbiamo figli, conti in banca e io ci penso, giuro che mi concentro, eppure com’è che non mi si riempie, questo spazio vuoto e gelido che mi si è aperto al posto del cuore?” (pag 94)

Cesare Corsico-Piccolini, distinto ex direttore editoriale di un’importante casa editrice milanese, e la moglie Franca. Il Luciano Buttafava, patron di saloni automobilistici, con la consorte Adriana. L’Attilio Persegàti (detto Enzo per la sua somiglianza con Jannacci), fondatore di una azienda leader nel settore delle calzature di lusso, neovedovo.
Tenete a mente questi nomi, non vi lasceranno più.

Cinque amici over 70, Vigevanesi, Rotariani de’ no’ artri.
La borghesia lomellinese, armata fino ai denti, all’assalto della Nizza più kitsch per una settimana di vacanza in bassa stagione.
Acciacchi vari, ipocondrie multiple, scheletri nell’armadio, portafogli a fisarmonica, maglioncini di cachemire e jaguard d’ordinanza per veri “cumenda” affiancati dalle rispettive controparti femminili, signore griffate e ingioiellate, vagamente isteriche (ndr, alla Franca, quando s’indispettisce, le escono fuori dei terribili baffi da suora, e l’Adriana appare, nei medesimi frangenti, tale quale a un “pechinese elettrico che hanno attaccato per sbaglio alla duecentoventi invece di mettergli le solite pile” – pag 182), adeguatamente nutrite di ansiolitici ove l’occasione lo richieda.

Ecco a voi la cronistoria di una vacanza che di rilassante avrà poco o niente, come prevedibile. Altro che cene a base di pesce e tranquille passeggiate sul lungomare. Qui si narrerà, con dovizia di particolari, di liti coniugali presenti e passate, misteriose sparizioni (per un amico che si vaporizza nel nulla un altro forse riappare, emergendo, come un fantasma, dalle nebbie di un passato remoto oramai così difficile da ripescare) e scioccanti rivelazioni, risse, scene di drammatica isteria collettiva, atti illeciti; il tutto raccontato con maestria, ritmo incalzante, divertente, ironico.

Lo sguardo critico (a tratti cinico, mai cattivo) di Cesare, affetto da sclerosi multipla, mitigato da quello fine e traslucido del lieve Persegàti, che si esprime soltanto in dialetto; la tranquillità stoica, e in parte chimica, della timorata e casta Franca cui fanno da contrappunto le epiche scenate dell’Adriana nei confronti del marito Luciano, espressione più classica e costruita (eppure così reale) del commendatore di provincia, chiassoso e volgare, tronfio dei suoi successi commerciali, sciocco e credulone.

Romanzo dalle linee narrative multiple e fluide, si rimescola su così tanti e vari livelli di coscienza che non provare a scoprirli tutti sarebbe un sacrilegio.

Un esempio già il titolo, ingannatore e fuorviante.

Se da una parte esso rimanda chiaramente ad Henry James, dall’altra sembra irridere (riprendendo scherzosamente la velata misoginia di Cesare, io narrante, nonché il vago senso di omofobia che permea le riflessioni dei cinque protagonisti a riguardo) di tutta quella certa letteratura rosa di cui sono fitte le classifiche di vendita attuali, al contempo strizzando l’occhio alle statistiche che vedono l’area dei “lettori forti” dominata da una netta percentuale femminile.

Un ammiccamento sottile e sarcastico, camuffato da indicazione di genere e target, perché al di là dalla tragi-comicità della gita Nizzarda, di temi scottanti, trattati, ce ne sono eccome (altro che Romanzo per signora, quindi): dalla malattia debilitante, sia nel fisico sia nella psiche, che dall’interno scardina pezzo per pezzo ogni punto di riferimento (le vertigini, i tremori, le difficoltà di deambulazione / i ricordi offuscati, le parole che non si riescono più a pronunciare, perse nel buio di una memoria farlocca) alla querelle sulle terapie mediche alternative (una su tutte, il cannabiolo) che sfocia quasi inevitabilmente nel dibattito sull’eutanasia e sulle cliniche della dolce morte.

Dall’omosessualità, celebrata, nascosta, o solo presunta al ruolo della donna, che, agli occhi di Cesare deve rispondere perfettamente ai cliché più tipici degli anni ‘50 e ’60: relegata in un mondo a parte, famigliare, dedita alla cura dei figli e della casa, poche parole, pochi svaghi (unico concesso, la religione) e tanto amido per i colletti delle camicie, che occorrono perfettamente stirate.

Per non parlare dei figli, grotteschi ereditieri buoni solo a trattare ogni over 70 che capiti loro a tiro alla stregua di un preadolescente tontolone e a dilapidare il patrimonio di famiglia che i rispettivi genitori hanno costruito nel corso degli anni, con indubbio talento, rinunce e gran fatica di lavoratori indefessi.

Eppure, non è finita qui; eh sì, perché ci manca ancora lo scrittore Leo Meyer; riconoscibile alter ego di Pier Vittorio Tondelli, è la nemesi di Cesare: l’amico di una vita, lanciato dallo stesso Cesare in vetta alle classifiche editoriali e poi improvvisamente scomparso nel nulla a causa di un brutto (e banale, come spesso accade) fraintendimento professionale. Leo Meyer, l’autore di un clamoroso “romanzo generazionale”; l’icona gay e il rappresentante, pubblicamente celebrato, di una intera generazione.

La finzione narrativa di Leo Meyer (il cui ruolo nell’economia del romanzo non è possibile anticipare in questa sede) ci aiuta a ripercorrere, insieme a Cesare e a PSpallavicini, la storia dell’editoria italiana degli ultimi vent’anni, dal boom dei nuovi autori negli anni ‘80 al presente sconclusionato, caotico e oppresso da un marketing sempre più aggressivo e asfissiante, passando per gli anni ‘90 così fecondi di fermento e passioni.

Attraverso i ricordi di Cesare – un insider d’eccezione – ci troviamo ad affrontare, basiti e ammirati, quasi un lussuoso corso monografico di storia critica dell’editoria italiana, completo di apparato critico e citazioni più o meno scoperte (si va dal dimenticato Fredricc Prokosch a Piero Chiara, da PG Wodehouse a Houllebecq), tra opere “navigabili”, martlàà a travèrs e funghi trifoli (pag 41-42).

Parecchi i passi degni di citazione – passi che in parte abbiamo riportato su Twitter. I più esilaranti, o riflessivi, sarcastici e amari appartengono alla voce narrante di Cesare Corsico-Piccolini. Ce ne sono due, brevi, che vale la pena riprendere:

Un appello. Non sorridete a un uomo soltanto perché ha i capelli bianchi ed è ben vestito. Mai. Nemmeno se vi sembra decrepito, mummificato. Nemmeno se le sue gambe traballano. Lasciatelo in pace, grazie” (pag 146)

E in questi due, cinque, dieci anni che mi restano dovrei sprecar tempo a preoccuparmi di cosa la gente pensa di me? A preoccuparmi se faccio delle figure da vecchio rincoglionito? Ma lo sono, per la malora, lo sono!” (pag 69)

Sgradevoli questi vecchietti, eh? Con loro, come la fai la sbagli. Fastidiosi, aggressivi, irritanti nelle loro manie e nei loro tic nevrotici. Eppure, malgrado le malattie degenerative e la senescenza incipiente, così vivi. Paiono mostrare uno stoico distacco di fronte alle vicende umane: l’amicizia, l’amore verso i figli, la morte, ma poi sotto sotto si amano, più spesso si odiano, e ardono di passione, rabbia e ira, sebbene vittime di un decadimento fisico e psichico inarrestabile che alla retorica non fa sconto alcuno.

Possibile che in un momento di crisi come quello che stiamo affrontando, un buon Romanzo per signora sia l’unica, vera ancora di salvezza? Come dire, l’autoironia di chi è in grado di godersi il buon vivere, che per certi versi manca alle giovani generazioni: il gusto per la vita in sé, che sta tutto non nella ricerca affannosa di uno “stare meglio” non ben identificato, ma nell’affrontare con ottimismo e un pizzico d’incoscienza quello che essa, nel bene e nel male, ci offre.

Nota: Un ringraziamento particolare all’autore, per la gentilezza dei suoi Twitt.
Uno spettatore cortese e attento che mi ha accompagnato nella lettura dell’opera e nella sua micro-condivisione su Twitter. Vi invito a consultare la bella pagina FB dedicata al romanzo, che mi permetto di riportare qui sotto.
http://www.facebook.com/pages/Romanzo-per-signora/185039401580784

Buona lettura.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...