E’ interessante la Teresa Solana. Arrivata per caso in redazione grazie alla collega M, talent-scout senza la quale la ricerca di titoli interessanti diventa per alcuni di noi, meno dotati, un’inutile lotta senza quartiere, è bel diversivo; che poi, a pensarci bene, tanto diversivo non è.
Con grazia tenera e irriverente la Teresa descrive noi stessi, le nostre fobie chimiche di esseri umani di mezz’età naufragati tra famiglia, lavoro, conti in rosso, spese a fine del mese, figli piccoli da accudire, figli grandi da rimproverare, famiglie scapestrate.
E’ bello e confortante sapere che in un certo senso non siamo soli, ma viviamo in un mondo in cui l’essere umano, pur con tutte le sue debolezze, illusioni, dispiaceri e infelicità, pur così vittima del suo tempo e della sua precarietà, acquista, di tanto in tanto, un ruolo di primo piano.
Ci piace questo “swing” mediterraneo che tanto assomiglia (per una volta) al nostro, del vivi e lascia vivere, delle cose un po’ per caso, delle regole rispettate per metà, della furbata “all’italiana” che immancabilmente si ritorce contro chi l’ha commessa e che nonostante tutto in qualche modo paga.
Ci piacciono questi uomini che ammettono l’errore, che agiscono contro logica, che non si fidano di asettiche “procedure” e sentimenti frigidi e stereotipati in puro stile hollywoodiano.
Un bel respiro, senza pretesa alcuna di essere “d’esempio” a nessuno.