Mi sto preparando alla serata conclusiva di #Milanoricorda, il ciclo di tre eventi proposti da OcraLab di cui vi avevo parlato qualche settimana fa.
Nel mezzo, il 20 marzo scorso, il secondo incontro – affollatissimo – durante il quale i lettori non solo hanno potuto incontrare Giorgio Fontana e dialogare con lui riguardo la genesi del suo “Dittico sulla giustizia” ma anche ascoltare le testimonianze dei magistrati Gianfrotta e Spataro riguardo i fatti accaduti ai colleghi Guido Galli ed Emilio Alessandrini. Momenti densi di ricordo che hanno coinvolto tutti gli spettatori in sala, anche i più giovani.
A conclusione della serata due allievi della Scuola di Teatro Sergio Tofano (Marco Macchia e Bruno Orlando) hanno portato in scena una delle sezioni più complesse del dittico di Fontana – l’autore stesso ha raccontato al pubblico la difficoltà della stesura – ossia la parte in cui, in “Morte di un uomo felice”, il magistrato Giacomo Colnaghi si confronta con il ventiduenne leader della banda armata responsabile dell’omicidio di un politico democristiano, in un dialogo serrato che riesce a racchiudere in sé tutti i significati, e le mistificazioni, dei cosiddetti Anni di piombo. (Cfr. cap 17, Da pag.184 a pag.199).
Su Twitter la serata è stata seguita e segnalata dall’ #Tiracconto… gli Anni di piombo e #Milanoricorda. Qui il precedente post su ADC e qui le modalità per partecipare all’ultimo incontro, quello dell’11 Aprile prossimo sempre presso il Laboratorio Formentini.